martedì 23 febbraio 2016

A PARLAR DI PAESAGGI

Aria, luce, vento, orizzonte, suono, colore, emozione, ricordo, bosco, città, deserto, montagna, mare, fiume... Ognuna di queste parole può ricordare un paesaggio?

Cos'è un paesaggio? Com'è un paesaggio? Quali parole si associano al paesaggio?

Se si pensa al paesaggio inevitabilmente riaffiorano ricordi. Ricordi di vacanze o di luoghi cari.
Se si pensa ad un paesaggio può ritornare alla mente un colore o un profumo. Paesaggio è terra, acqua, luce, ma non solo. Paesaggio è un luogo misterioso letto in un libro. Paesaggio è rumore o musica. Ci sono i paesaggi delle stagioni. I paesaggi dei luoghi come il paesaggio di mare, di montagna, di città. Il paesaggio collinare, desertico, marittimo...

Il paesaggio è qualcosa che muta. Cambia durante un'intera giornata. Un paesaggio al tramonto è diverso da un paesaggio mattutino. Cambia lungo il corso degli anni.
Ricordo una delle mie canzoni preferite che racconta la nostalgia di un vecchio che racconta ad un bambino gli inevitabili cambiamenti.

"E il vecchio diceva, guardando lontano:
Immagina questo coperto di grano, 
immagina i frutti e immagina i fiori 
e pensa alle voci e pensa ai colori 
e in questa pianura, fin dove si perde, 
crescevano gli alberi e tutto era verde, 
cadeva la pioggia, segnavano i soli 
il ritmo dell' uomo e delle stagioni..."
"Il vecchio e il bambino" di Francesco Guccini

Di paesaggi, i bambini della scuola dell'infanzia di Stabio ne hanno parlato, visto attraverso immagini, raccontato grazie ai propri ricordi. E i paesaggi li hanno anche sperimentati grazie a due tecniche, quella del frottage e del collage.


Cominciamo con il creare alcune carte che ci serviranno per comporre il paesaggio grazie alla tecnica del frottage (parlo in maniera più approfondita della tecnica qui).



Sul tavolo intanto ho allestito tante carte verdi differenti, alcune che ho portato io, altre invece portate dai bambini con l'aiuto dei genitori e delle insegnanti. Aggiungiamo anche i fogli decorati con il frottage e ora è tutto pronto per progettare i paesaggi.

I bambini strappano tanti pezzi di carta, le loro preferite, e cominciano a comporre un paesaggio collinare con le carte sovrapposte tra loro.











Una volta composto il paesaggio i bambini lo arricchiscono con l'aggiunta di fiori utilizzando un gioco di Italian Toy, Flora Zu, sempre utilizzando la tecnica del frottage che abbiamo precedentemente sperimentato.





E voilà i paesaggi... tutti differenti tra loro.






Scuola dell'infanzia – Stabio


lunedì 15 febbraio 2016

FLORA FUTURISTA – Ricerca e sperimentazione per un nuovo laboratorio Metodo Bruno Munari®

Prima di parlarvi della Flora futurista consentitemi una piccola premessa o meglio una riflessione sulla parola metodo per poi riallacciarmi ai "fiori futuristi".

Giacomo Balla – Flora futurista – Mostra Triennale Milano 2009

Cos'è un metodo?
Dal Dizionario Garzanti è "un'insieme organico di regole e di principi in base al quale si svolge un'attività teorica o pratica; un modo di procedere razionale per raggiungere determinati risultati".

Molti pensano che seguire un metodo sia restrittivo. Un metodo è qualcosa che mette dei paletti, che impone regole, che limita. Forse da una parte è vero?
Nient'affatto, vi garantisco che da quando ho studiato il metodo Munari e, continuando a farlo, ho acquisito un'apertura mentale che, nonostante i miei studi artistici, prima non avevo.
Un laboratorio Munari è modo di educare, ricercare, sperimentare, progettare attraverso le tecniche artistiche di ogni tempo e ogni luogo. È un modo di porsi curioso e attento. È un modo di stare in ascolto, di osservare, di fare e di pensare.

A partire dagli anni settanta, ma anche prima, Bruno Munari ha dedicato molta ricerca al mondo dell'infanzia. A partire dal '45 con i primi libri per bambini, poi la collaborazione con Giovanni Belgrano e Danesi con la creazione di giochi didattici e appunto dagli anni '70 si è dedicato all'educazione e alle proposte laboratoriali nei musei. Gli ultimi anni della sua vita li ha quasi totalmente dedicati ai bambini. Il metodo è una delle sue più grandi opere.

Bruno Munari ha ideato collane di educazione all'arte (potete vedere qui e qui) nelle quali propone e suggerisce tecniche, regole artistiche e della comunicazione visiva per "giocare con l'arte".
Naturalmente le sue proposte sono moltissime e sono molti anche i modi di interpretare e sperimentare i suoi insegnamenti. Però si arriva ad un certo punto dove si vuole anche sperimentare il nuovo.

E allora come si fa? Si segue il metodo.
Pensare un nuovo laboratorio Bruno Munari è si seguire un metodo, ma con l'apertura mentale e la libertà di ricerca e sperimentazione che il metodo stesso insegna.

Per il terzo anno consecutivo lavoro in una scuola dell'infanzia dove insegnanti e bambini (tanti bambini, circa centoventi) sono entusiasti di sperimentare il metodo Munari. Mentre nei primi due anni ho proposto i "laboratori classici" di Bruno Munari (Segno, Forma, Colore, Texture...) quest'anno ho deciso per un percorso nuovo.
In questo post vi voglio appunto raccontare di un laboratorio che proporrò prossimamente per la prima volta ai bambini, ma che per il momento, sto ancora sperimentando.

L'argomento sono i fiori. Un tema certamente non nuovo, ma visto e rivisto in mille salse. Dai fiori costruiti con la carta velina, ai fiori in carta pesta, fiori costruiti con tappi di plastica, fiori costruiti con le cannucce e potrei andare avanti ancora per molto.

La mia ricerca (1° punto) comincia dai libri e da internet focalizzandomi su artisti del novecento. Durante la ricerca ho scoperto il Manifesto futurista "La flora futurista ed equivalenti plastici di odori artificiali".



Il manifesto del 1924 di Fedele Azari sulla Flora futurista mi ha affascinata. I futuristi sostenevano che ormai i fiori avevano raggiunto la decadenza spiegandolo molto bene in questi 4 punti:

"Se noi analizziamo le ragioni della decadenza della flora dalla nostra estetica moderna, le possiamo così riassumere:
1. Le più decantate attrattive dei fiori sono costituite da delicatezze di tinte, da sfumature di colori o da forme minuziosamente rabescate, mentre tali qualità sono opposte al nostro gusto moderno che si compiace di sintesi coloristiche e di stilizzazioni di forme.
2. La velocità ha rimpicciolito per la nostra sensibilità visiva superfici e volumi, perciò i fiori ci appaiono piccole macchie di colore come i minuscoli quadretti, i bibelots ed i ninnoli che sono ormai scomparsi dai moderni salotti.
3. Anche i cosiddetti soavi profumi dei fiori risultano insufficienti alle nostre nari che esigono sensazioni olfattive sempre più violente, tanto che i profumi estratti dai fiori e che d’altronde già venivano concentrati per renderli più intensi, sono oggi completamente soppiantati dagli inebbrianti profumi sintetici creati dall’industria.
4. Infine i fiori in letteratura, in pittura o nella realtà della vita, sono stati usati ed abusati fino alla nausea come immagine, quadro o decorazione. Il nostro gusto invece è sempre alla ricerca di nuove forme mediante l’evoluzione della moda, dello stile, dell’arte in genere."


Dopo questa premessa iniziano con la creazione di una flora plastica "originalissima, assolutamente inventata, coloratissima, profumatissima".

Fortunato Depero nel 1917 crea la "Flora magica per la scenografia di Le Chant du Rossignol"


Depero – Flora magica – Legno verniciato – Mart, Rovereto

Anche Giacomo Balla tra il 1918 e il 1925 si dedica alla creazione di fiori futuristi. La Triennale di Milano nel 2009 omaggia Balla in occasione del centenario del movimento futurista con una mostra dal titolo "Flora futurista"

Giacomo Balla – Flora futurista

Giacomo Balla – Flora futurista

Nel 1930 l'arista piacentino Bot si dedica alla realizzazione di fiori futuristi pubblicando un libro con novanta illustrazioni.


Bot – Flora futurista – 1930

Oswaldo Bot  sperimenta anche sculture in fiore metalliche. La galleria Biffi di Piacenza nel 2015 celebra l'artista con una mostra dal titolo "La flora meccanica di Oswaldo Bot".

Bot – Flora meccanica – immagini tratte da: www.biffiarte.it

La ricerca sulla Flora futurista mi ha dunque permesso di approfondire l'argomento e farmene innamorare, tanto da decidere di continuare su questa strada.
Ora però è il momento di analizzare (2° punto) quanto ricercato.

Le opere dei tre artisti mostrano elementi comuni:
- le forme, essenziali e geometriche. Quadrati, cerchi, triangoli, linee... composti e scomposti;
- i colori, vivaci;
- le dimensioni, variabili;
- la 2a e 3a dimensione;
e in ultimo come dice il Manifesto futurista, fiori "assolutamente inventati".

Scartata l'ipotesi di proporre un laboratorio di fiori tridimensionali, perché penso poco adatto a bambini di tre anni decido di lavorare sulla bidimensionalità.
Quindi arriva la fase creativa (3° punto) dove, con l'esperienza dei laboratori già proposti, decido di impostare il lavoro sulla base di un argomento già trattato con i bambini: la manipolazione della carta (ne parlo qui e qui).

Scelti gli strumenti e i materiali da proporre comincia, con l'aiuto dei miei figli, la sperimentazione (4° punto).




Eccoli i fiori futuristi nati da questa prima ricerca, dall'analisi e dalla sperimentazione. Naturalmente le possibilità sono infinite. Sta all'operatore scegliere quali strumenti proporre, quali colori, quali sfondi e sopratutto, cosa molto importante nei laboratori Munari quali azioni-gioco mostrare. Il resto nasce dai bambini, dalle loro mani e dal loro grande entusiasmo.

Se siete curiosi di vedere come evolverà la proposta di questo laboratorio seguitemi che presto pubblicherò un post con i bambini della scuola dell'infanzia all'opera.


martedì 2 febbraio 2016

FROTTAGE, UNA TECNICA DAI MILLE USI

Chi di voi non ha mai ricalcato una monetina? O una foglia?


Oggi vorrei parlarvi di una tecnica di ricalco che spesso viene utilizzata in maniera troppo stereotipata giocando appunto a ricalcare monete o foglie.
Questa tecnica ha invece un grande potenziale e consente molta libertà di sperimentazione.

Sto parlando della tecnica del frottage che in epoca moderna fu riscoperta dall'artista surrealista Max Ernst chiamandola in un primo momento grattage e poi successivamente con il nome che tutti conosciamo.

Il frottage è una tecnica basata sullo sfregamento. Già nell'antica Cina e nella Grecia classica utilizzavano questa tecnica per ricavare delle copie di bassorilievi su carta di riso o pergamena. Max Ernst la riscoprì ricalcando il pavimento in legno del suo studio. Appoggiò un foglio sul pavimento e con una matita sfregò ottenendo così una copia del legno in rilievo.
Capì che un gesto così semplice e immediato aveva un grande potenziale. Sperimentò questa tecnica per creare negli anni '20 una serie di lavori sul tema della natura pubblicati nel suo Historie Naturelle.


Max Ernst – Histoire naturelle – anni '20

Max Ernst – L'intera città – 1934

Il frottage consente molti modi per sperimentare la tecnica e per fare ricerca. Uno di questi potrebbe essere quello di catturare la pelle delle cose. Innanzitutto occorre osservare bene ciò che ci circonda per poi scoprire che quasi ogni cosa ha una texture in rilievo.
Pensiamo al nostro ambiente quotidiano. Alla casa, alla scuola, all'ufficio...
Le pareti, i pavimenti, le piastrelle del bagno, i termosifoni, i mobili, solo per citare alcuni. Ogni cosa ha una superficie che si può ben adattare, grazie alla tecnica del frottage, ad essere ricalcata.

Cosa serve?
Pastelli a cera e fogli.

Come si fa?
Si appoggia il foglio sulla superficie scelta e con il pastello tenuto orizzontalmente si sfrega.






Queste le superfici che in pochi minuti ho trovato a casa mia.

tiragraffi del gatto, piastrelle del bagno, vaso
termosifone, televisione, zerbino
pavimento parquet, muro, pavimento in ardesia

La caccia alla texture in giardino è poi un gioco che diverte i bambini stimolando l'osservazione negli oggetti che usano ogni giorno favorendone così un uso differente.

Scuola dell'infanzia – Bissone

Un'altra possibilità, quando non c'è modo di uscire o di organizzare momenti di gioco liberi in casa o in'aula, ma si vuole invece proporre un'attività più strutturata al tavolo o a terra, è quella di crearsi una propria raccolta di tavolette per il frottage.

Il mio cassetto con le tavolette

Nei negozi di didattica o bricolage si trovano spesso delle tavolette già preconfezionate, che però sconsiglio perché "troppo costruite" sulle quali vengono proposte immagini e disegnini.

Trovo invece interessante ricercare delle superfici di materiali facilmente utilizzabili per questa tecnica. I negozi fai da te regalano molte emozioni, ve lo garantisco.
Per esempio reti da giardiniere di diverse forme e dimensioni, reti per intonacare, tovagliette di plastica o legno per la tavola, cartoni ondulati, pavimenti in pvc, zerbini...




Le tavolette consentono molti modi d'uso. Si possono usare singolarmente, come vedete negli esempi che ho proposto sopra oppure si possono combinare in differenti modi.

Sovrapposizione

Sovrapposizione e rotazione

Accostamenti di texture e colore

Questa tecnica, semplice e immediata, offre veramente molte possibilità di sperimentazione che garantisce successo sia con i piccini che con i grandi.

Nelle due immagini che seguono potete invece vedere degli esempi di "effetto zip". È un effetto molto curioso che si ottiene togliendo di scatto il foglio dalla tavoletta. Crea dinamicità e rappresenta molto bene la grandezza di velocità.

Effetto zip


Questo effetto, come pure la tecnica del frottage, vengono spiegati nella collana di Bruno Munari Giocare con l'arte nel quinto volume "Le texture" curato da Tonino Milite. Una brevissima presentazione della collana la trovate qui.

La collana è facilmente reperibile in biblioteca.

Ricapitolando. Pastelli, tavolette e fogli. Oppure. Pastelli, ambienti che ci circondano, fogli.



Il divertimento è garantito. Da soli o in gruppo, a casa o scuola, fuori o dentro, con tavolette o senza, il frottage è una tecnica facile da sperimentare che guarda sicuramente oltre monete e foglie.

Immagine tratta da:
Giocare con l'arte, LE TEXTURE, a cura di Tonino Milite, pag. 24
Zanichelli1983

Paesaggio collinare – Tecnica frottage e collage – Scuola dell'infanzia, Stabio

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