martedì 12 gennaio 2016

GIOCHI PER TUTTI I SENSI #2 – IL TATTO

Il tatto è il senso più sviluppato dal momento che veniamo al mondo. Durante la gestazione è in assoluto il primo senso che si sviluppa subito dopo la fase embrionale.
Il con-tatto è molto importante per lo sviluppo affettivo-emotivo del bambino e con la crescita diventa uno strumento fondamentale di ricerca, scoperta e auto apprendimento.
Il bambino comincia prima con la scoperta del proprio corpo, le mani, i piedi e il viso, poi continua con la scoperta degli oggetti non solo con le mani, ma anche con la bocca.

Con lo sviluppo degli altri sensi, la vista, l'acquisizione della parola, sembra però che il tatto non sia più un senso così importante. Infatti noi adulti diciamo spesso ai bambini "NON TOCCARE". Chissà perché, una volta cresciuti, il tatto assume sempre meno importanza.
Proprio per questo motivo è importante che gli insegnanti della scuola dell'infanzia, elementare, ma non solo, cerchino di ridare valore a questo prezioso strumento di conoscenza.

Con questo post vorrei continuare la serie dedicata "al fai da te". Piccoli giochi sensoriali facili da costruire a costi contenuti. Qui potete rileggere il post dedicato all'educazione del colore.
Prima però di darvi dei consigli su come costruire un percorso tattile vorrei esporvi una piccola ricerca di come il tatto ha ispirato artisti e pedagogisti.

Nel 1916 Constantin Brancusi realizza  una "Scultura per cieco". La prima versione dell'opera fu presentata a New York nel 1917 chiusa in un sacco con due buchi per passarvi le mani e poter toccare e "sentire" l'opera. Brancusi invita a superare l'ostacolo visivo per raggiungere attraverso il tatto un rapporto più intimo con l'opera.


Filippo Tommaso Marinetti nel 1921 redige il Manifesto futurista del Tattilismo. Ne da lettura al Teatro dell'Opera di Parigi. 

[...] nell'estate del 1920, ad Antignano, là dove la via Amerigo Vespucci scopritore di Americhe s'incurva costeggiando il mare, creai la prima tavola tattile. Sulle officine occupate dagli operai garrivano bandiere rosse. Ero nudo nell'acqua di seta, lacerata dagli scogli, forbici coltelli rasoi schiumosi fra i materassi d'alghe impregnate di iodio. Ero nudo nel mare di flessibile acciaio, che aveva una respirazione virile e feconda. Bevevo alla coppa del mare piena di genio fino all'orlo. Il sole con le sue lunghe fiamme torrefacenti vulcanizzava il mio corpo e bullonava la chiglia della mia fronte ricca di vele. Una ragazza del popolo, che aveva odore di sale e di pietra calda guardò sorridendo la mia prima tavola tattile: -Si diverte a fare barchette! Io le risposi: - Si, costruisco un'imbarcazione che porterà lo spirito umano verso paraggi sconosciuti [...].

Tavola tattile, "Sudan-Paris, 1920
                                                   
La superficie dell'opera è progettata per restituire al tatto le sensazioni che suscitano i due luoghi: seta liscia, velluto e pelliccia per Parigi, nella parte inferiore dell'opera. In quella superiore una grattugia, il sughero, le setole di una spazzola e la tela grezza per il Sudan.

Daniel Spoerri nel 1962 con l'opera "Dylaby" propone un'innovazione artistica che potrebbe essere definita come "tattilismo ambientale" per provare allo spettatore sensazioni cinestetiche.


Nel 1960 nasce G.R.A.V. un Gruppo di ricerca di arte visuale. Nel 1963 partecipano alla terza Biennale di Parigi con un'opera "Il labirinto" che vuole lo spettatore protagonista e fruitore dell'opera stessa. 



Vogliamo interessare lo spettatore, disinibirlo, metterlo a suo agio. Vogliamo farlo partecipare. Vogliamo porlo in una situazione che egli stesso mette in moto e trasforma. Vogliamo che sia cosciente della sua partecipazione. Vogliamo che si orienti verso un'interazione con altri spettatori. Vogliamo sviluppare nello spettatore una forte capacità di percezione e d'azione. Uno spettatore cosciente del suo potere d'azione e stanco di tanti abusi e mistificazioni potrà fare egli stesso la vera
rivoluzione nell'arte. Metterà in pratica le parole d'ordine:
VIETATO NON PARTECIPAREVIETATO NON TOCCAREVIETATO NON ROMPERE.

Nelle immagini che seguono altre due opere di artisti nel quale lo spettatore interagisce con l'opera stessa.

"Penetrable" di Jesus Rafael Soto

"In cubo" di Luciano Fabro, 1966

Bruno Munari ha utilizzato il tatto in molte sue opere.

Beba Restelli le descrive in un suo testo dal titolo "Bruno Munari, la polisensorialità e i bambini".

"La prima tavola tattile risale al 1931, a questa ne seguiranno altre. Realizzate su tavole di legno, presentano vari materiali come carte vetrate di varia finezza, sughero, corde, metallo, pelle e pelliccia così da offrire diverse sensazioni visive e tattili. Sulla tavola del 1943 l'artista indica i tempi di lettura (lento, forte, veloce, velocissimo), come fosse una partitura musicale".

Bruno Munari, Tavola tattile, 1938, materiali vari (ferro, carta abrasiva, filo, corda, velluto, pelliccia, stoffa, plastica, chiodi) 
su supporto in legno, 122 x 13 x 3 cm, collezione Miroslav Hajek.

"Nel 1976 Munari progetta il Messaggio tattile per una bambina non vedente. Il Messaggio, con le sue continue sorprese, riprende già l'idea espressa dall'artista con la Tavola Tattile, un'opera d'arte da percepire con il tatto, indispensabile per un non vedente, ma altrettanto importante per i vedenti. Si tratta di una composizione lineare alta 2 metri - precisa Munari - invitandoci a farla passare tra le mani come un rosario. È formata da una corda di plastica liscia, un nodo di canapa, una catenella di pallone cromata, plastica morbida in strisce, un anello di ferro a cui sono attaccati altri materiali quali canapa sfilacciata, corda di manila, rafia natura; un tubo di PVC morbido, una molla metallica, un altro nodo, un filo di lana, un pezzetto di pelliccia e una fettuccia con bottone e asole. I materiali sono indicati nel disegno da Munari stesso che è solito accompagnare le sue opere da precise istruzioni per essere ben capito, offrendo la possibilità di ripetere le esperienze".

Bruno Munari, 1976
Messaggio tattile per una bambina non vedente

Nel 1977 apre a Milano, legato alla mostra "Le mani guardano" dal Beaubourg parigino, il primo laboratorio tattile.

"A Parigi la mostra non aveva laboratorio tattile, ma invece a Milano, su richiesta degli stessi organizzatori, venne allestito un laboratorio tattile in due sale adiacenti alla mostra.
Nella mostra i visitatori avevano molto da toccare, materiali e modelli, piante di città in rilievo, scatole nere nelle quali si poteva introdurre una mano per toccare, senza vedere, materiali diversi. [...] Come per il Laboratorio di Brera i bambini delle scuole elementari venivano accompagnati dagli insegnanti e si fermavano circa un'ora per fare l'esperienza tattile. Una grande porta che collegava la mostra francese con il laboratorio era trasformata in spessore tattile da attraversare per entrare nel laboratorio; bambini e adulti dovevano farsi strada facendo un varco tra i diversi materiali appesi che, logicamente, venivano toccati per spostarli. Era questo il contatto che introduceva i visitatori in un luogo dove tutto era da toccare [...]"

da "I laboratori tattili" di Bruno Munari
Edizioni Corraini, 2004



Qui e qui potete rivedere due post legati al tatto secondo il Metodo Bruno Munari®.

Bruno Munari realizza, per bambini che ancora non sanno leggere, i "Prelibri". Dodici piccoli libri-oggetto di 10 x 10 cm. costruiti con diversi materiali quali il panno, la plastica, il legno, la carta, il cartoncino, il cartone, la friselina, il panno spugna. La diversità non sta solo nei materiali, ma anche nel tipo di rilegatura: con punti metallici, con spirali di plastica e metallo, mediante brossura, con dello spago, cuciti...

"Si potrebbe dire in modo approssimativo, che il bambino riceve diverse informazioni attraverso tutti i suoi recettori sensoriali, e viene a conoscere questi oggetti che si chiamano libri, dove ogni libro ha una informazione diversa: uno di storia naturale, uno di ginnastica, uno di fantascienza, uno di geometria dinamica, una possibile favola da inventare, uno sulla percezione dei colori, un gioco di prestigio, un libro morbido e affettuoso come la coperta di Linus."
Bruno Munari, "Da cosa nasce cosa", Editori Laterza, 2000



Maria Montessori ha realizzato una serie di materiali sullo sviluppo del senso tattile.

Eccone alcuni esempi:
1- tessuti, si lavora per appaiamento.
2- tavolette del liscio e del ruvido, si lavora per grado di difficoltà. Tavola con un contrasto, tavola
    con più contrasti, tavola con le varie gradazioni di ruvidità.
3- tavolette termiche, si lavora per appaiamento. 6 paia di tavole con materiali differenti da accostare
    per sviluppare il senso termico.
4- tavolette bariche, realizzate con tre legni diversi per sviluppare il senso del peso.

Materiali di Maria Montessori per sviluppare il senso tattile
mediante esercizi ripetitivi.

Ma come realizzare un percorso tattile? Cosa troviamo in commercio?
In commercio si possono trovare moltissimi giochi legati al tatto. A volte però la qualità lascia un pò a desiderare. Altre invece il costo, nonostante una buona qualità, è troppo alto.
Che siate genitori, nonni appassionati del fai da te, insegnanti, in poco tempo e a costi contenuti potrete realizzare delle tavole tattili di ottima qualità.

Cosa serve?
- base in legno MDF della dimensione desiderata (io ho utilizzato un A4);
- nastro biadesivo;
- materiali diversi (cartone ondulato, mangiafumo, pelli e pellicce, zerbini, pvc, metalli, plastiche...).

Più i materiali sono diversificati tra loro più si da la possibilità a chi sperimenta di avere sensazioni diverse e percepire maggiori contrasti. Non solo il liscio e il ruvido, ma anche il caldo e il freddo, il morbido e il duro, il piatto e l'ondulato, il pungente e il vellutato...





I bambini all'opera...






Un'esperienza tattile di questo tipo permette al bambino in primo luogo di divertirsi, di relazionarsi con i compagni, fare delle scelte sul tipo di materiale preferito e quello più sgradevole. Capire il perché. Dare un nome ai materiali. Quale materiale sto toccando? Giocare con i contrasti e le similitudini. Allargare il proprio vocabolario. Un'esperienza ricca che allena tutti i sensi.

Una mostra interessantissima "VIETATO NON TOCCARE a contatto con Bruno Munari" aprirà le porte alla sperimentazione tattile e sarà presente al MUBA dal 22 gennaio al 15 settembre.


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