giovedì 15 dicembre 2016

CON UNA SERIE DI PUNTI

Sapevate che l'origine della parola linea deriva dal latino lineus "di lino" e significa "filo, cordicella di lino"? E che una serie di punti formano una linea?
In geometria quanti tipi di linee ci sono? E come si chiamano?

Con i bambini della scuola dell'infanzia ci siamo posti queste domande e abbiamo scoperto che la linea dritta che assomiglia al mare calmo si chiama linea retta, la linea che sembra una collina si chiama linea curva, la linea che sembra un fulmine si chiama linea spezzata, la linea che sembra una strada si chiama linea tratteggiata, la linea che assomiglia alle onde del mare si chiama linea ondulata e la linea che sembra una molla si chiama linea a spirale.

In un primo momento hanno sperimentato con un solo strumento per scoprire le variabili del gesto e della linea. Hanno scoperto che ci sono strumenti che permettono una sperimentazione più ampia come ad esempio il carboncino o il pennarello dalla punta grossa e triangolare i quali si possono utilizzare con varie inclinazioni, angoli e forze di appoggio. Altri invece come il pennarello fine o la penna Biro non permettono una così ampia sperimentazione del gesto.


Sperimentazione con uno strumento


Conclusa la sperimentazione con uno strumento i bambini hanno avuto la possibilità di sperimentare con tutti gli altri strumenti.






Infine continuando il gioco della discussione iniziale abbiamo tracciato a caso su un lunghissimo foglio tante linee diverse che si incontravano, intrecciavano, scontravano e abbiamo giocato al gioco del "che cosa mi fa venire in mente" dal quale sono nati castelli, piste per auto, squali, teste giganti, montagne per lumachine...










Scuola dell'infanzia – Genestrerio


lunedì 21 novembre 2016

QUANDO UN LABORATORIO È RICERCA

L'insegnamento più grande che ho ricevuto durate la mia formazione, posso dirlo senza esitazione, è quello di aver imparato a fare ricerca. Non è certo un insegnamento da poco, ma un insegnamento per la vita.

Durante un mio progetto alla Scuola dell'infanzia mi è stato chiesto di pensare un laboratorio legato al tema della lana. Da dove si parte? Come nasce un nuovo laboratorio?
Di sicuro non avrei proposto un laboratorio di cucito o di maglia. Allora che fare?

Digito "lana" su google e naturalmente esce immediatamente la pagina di Wikipedia. Le prime due righe già mi fanno accendere la lampadina.

"La lana è una fibra tessile naturale che si ottiene dal vello di ovini (pecore e di alcuni tipi di capre), conigli, camelidi (cammelli) e alcuni tipi di lama. La lana che si viene ad ottenere viene definita lana vergine".

Capire da dove arriva la lana mi sembra un modo interessante per cominciare un laboratorio. Decido di discuterne con i bambini con l'aiuto di immagini, ma anche attraverso alcuni esempi di lane differenti con la possibilità di toccare ed esplorare.


Alpaca – Guanaco – Coniglio d'angora – Capra angora, Mohair
Cammello – Vigogna – Lama – Cashmere – (immagine tratte da google)

Esempi visivi


Oltre capire quali sono gli animali per la produzione della lana è importante anche capire quali differenze ci sono tra i diversi tipi di lana.
I bambini si affidano subito alle sensazioni e attraverso il tatto capiscono che la lana non è tutta uguale. Ce ne sono alcune morbide che ci viene subito voglia di sentirne la sensazione soffice sul viso.




Altre invece sono più ruvide, meno "pelose". Alcune pizzicano addirittura. I bambini si sono accorti però che le differenze non sono dovute solo dalle lane diverse, ma anche dalla lavorazione della stessa. In classe i bambini avevano a disposizione la lana appena tosata, avuta da un contadino del paese, la lana cardata e la lana filata. Ecco dunque un altro argomento di discussione che abbiamo affrontato: la lavorazione della lana.
Come si ottiene?
In classe avevano già alcuni oggetti per la lavorazione artigianale della lana e sempre grazie alle immagini abbiamo ricostruito il percorso di lavorazione.


Tosatura – Lavaggio – Cardatura manuale
Cardatura tramite scardasso – Tintura – Filatura (Immagini tratte dal web)


Un link interessante, ma sopratutto luogo interessante di visita è la Casa della lana in Valle Verzasca.

Tutto questo ha suscitato interesse attraverso molte domande. Sono state fatte ipotesi, sollevati dubbi, avuto risposte grazie alla ricerca, confrontato ed analizzato attraverso i sensi perché il laboratorio è un luogo di scoperta, ricerca e sperimentazione attraverso l'analisi di dati oggettivi, ma anche soggettivi mediante i sensi e il gioco libero.





Ma attenzione in un laboratorio Bruno Munari® il gioco è libero solo attraverso la guida di un operatore che pone limiti, mette regole per una sperimentazione individuale o collettiva (come in questo caso) senza però dire "cosa fare", ma "come fare". 


Manipolazione dei materiali

La manipolazione e la scoperta delle azioni dei materiali (attorcigliare, annodare, spezzare, tagliare, accostare, sovrapporre, intrecciare, sfilacciare...) è stata la sperimentazione per questa opera collettiva nella quale i bambini si sono confrontati, non solo con una sperimentazione individuale, ma anche con la discussione, la condivisione e la collaborazione della creazione di un'opera di gruppo.


Lavorazione ed opera collettiva di una tavola tattile




Il web oggi ci è di grande aiuto per effettuare piccole e veloci ricerche. Ma una ricerca finisce qui? Una ricerca è molto più amplia. Implica utilizzare, non solo il web, ma anche dizionari cartacei come quello etimologico e quello ragionato dove non vi è solo il significato della parola, ma anche ad esempio i modi di dire, le derivazioni di una parola. La ricerca attraversi libri di storia, libri scientifici e divulgativi, letterari e di storia dell'arte, solo per citare alcuni esempi.

Qui invece un post di due anni fa che racconta attraverso appunti e immagini la ricerca teorica e pratica per un laboratorio sul segno.

Un operatore deve saper fare delle scelte. Quali materiali si propongono? Quali azioni? 
La ricerca fa parte del metodo progettuale e Bruno Munari lo spiega molto bene nel suo libro "Da cosa nasce cosa" con l'esempio del "Riso verde servito su piatto caldo", ma questo sarà argomento di discussione per un prossimo post.


Opera collettiva – Tavola tattile


giovedì 3 novembre 2016

QUELLA CITTA' IN LEGNO

È un laboratorio che ho proposto parecchi anni fa. La mia bambina era ancora una cucciola. Le sue docenti di Scuola dell'Infanzia mi hanno chiesto una collaborazione per dei laboratori. Uno tra questi è stata l'esperienza sulla sperimentazione del legno.

Le classiche costruzioni: come si possono utilizzare? In quanti modi diversi? Si può fare una scelta differente rispetto a quelle in commercio? O si può utilizzare del materiale ancora più naturale o magari addirittura di scarto?

Noi abbiamo parlato del legno. Abbiamo scoperto le sue caratteristiche, la sua struttura, i molteplici colori, le diverse forme, il suo utilizzo.



La proposta dei materiali è stata varia: mattoncini in legno naturale di diverse dimensioni, asticelle, bastoncini, piccoli tronchi, cortecce, mdf, piccoli materiali in legno (perline, pedine degli scacchi, stuzzichini, ghiande...), pigne, sassi, carte colorate sui toni del verde, carta d'alluminio...

Il gioco è stato quello di costruire una città come proposto nel libro di Beba Restelli "Giocare con tatto".

In quanti modi si possono accostare i materiali? Generalmente la prima azione che i bambini fanno è quella di costruire una torre. In questo caso ho lavorato sulle azioni e in quanti modi si possono utilizzare i materiali. Si può impilare certo, ma si può anche intrecciare, accatastare, accostare i pezzi orizzontalmente, incrociare, creare pieni e vuoti, creare scale, creare ponti...

Azioni possibili

È un gioco questo che aiuta la collaborazione tra bambini. Aiuta la discussione e certamente anche la condivisione di idee e materiali.

Collaborazione, condivisione, discussione

È un modo anche per parlare del proprio territorio, del proprio paese. Come è fatto? C'è il mare? Il lago? Ci sono le montagne? Come sono fatte le strade? Quali edifici ci sono?

È una maniera per parlare dei propri desideri. Cosa ci piacerebbe avere nel nostro paese che non c'è? Cosa vorremmo cambiare e cosa no?

Queste le città dei bambini, la loro creatività, la loro sperimentazione, i loro progetti e i loro desideri.







Un libro/catalogo divulgativo che può aiutare per la ricerca/scoperta dei differenti tipi di legno è "The woodbook".

The woodbook di Romeyn Beck Hough, edito da Taschen 2013














martedì 18 ottobre 2016

SU LINEE E TONDI

Una linea può essere retta, spezzata, ondulata, a spirale, tracciata con la riga o tracciata a mano.



Una linea potrebbe essere disegnata con un solo strumento oppure con molti strumenti. 



Una linea potrebbe avere dei sentimenti? Com'è una linea arrabbiata? Una linea timida? E invece una linea innamorata? E ancora una linea triste? E poi... se la linea diventasse un filo?


Tutto questo quando?
- 26 novembre 2016 e 
- 11 febbraio 2017

Dove?
- Scuole elementari di Melide

Iscrizione?
- a simona.balmelli@gmail.com entro il 12 novembre




Un'altra cosa. Non parleremo solo di linee, ma anche di punti, tondi, cerchi o buchi. Lasciatevi stupire dalla sperimentazione e di un Metodo, quello di Bruno Munari, che affascina e insegna. Sempre.


giovedì 15 settembre 2016

A PARLAR DI SOLI

Il tramonto e l’alba sono il davanti e il dietro dello stesso fenomeno: mentre noi che stiamo di qua guardiamo il tramonto, quelli che stanno di là vedono l’alba”. (Bruno Munari)


Quello del sole è un laboratorio che amo molto. Un laboratorio nel quale la sperimentazione delle variabili è la protagonista. Queste variabili Bruno Munari le ha raccolte in un libro dal titolo "Disegnare il sole" edito da Corraini.


Come si disegna il sole? Non riusciamo neanche a guardarlo in faccia.
La sua forma circolare acceca, i raggi intorno illuminano. Il sole ha una forma tonda e i bambini la identificano subito in una faccia ed ecco quindi nascere soli con occhi naso e bocca. Per cercare di uscire dallo stereotipo s’insegnano ai bambini le tecniche artistiche per rappresentare il sole.
Perché il sole può essere forte o debole, tiepido come una giornata d’inizio primavera o caldissimo come quello di luglio. Nella nebbia il sole diventa bianco,…
Quello del sole è un laboratorio che, mediante il segno, ne studia forme, colori, dimensioni diverse con tecniche artistiche differenti tra loro.

Ci sono molti fattori che rendono questa sperimentazione ricca di variabili.


1- VARIABILI DEGLI STRUMENTI

Punte grafiche di tutti i tipi: pennarelli, pastelli, gessetti, penne, matite colorate...



Ogni strumento avrà la sua caratteristica e ad esempio a dipendenza dello strumento, lo stesso colore assume consistenza, gradazione e texture differenti.



Pennelli e la variabile del gesto
I pennelli hanno un potenziale incredibile. A dipendenza del gesto e di come si utilizza lo strumento, con lo stesso pennello si possono lasciare tracce differenti. Lo si può strisciare, ma lo si può anche solo appoggiare. E così un pennello a ventaglio se lo so appoggia in piano diventa già un quarto di sole. Con una semplice rotazione si può completare un sole che già faceva parte del pennello. A questo proposito Bruno Munari insegna che "è il segno che fa il disegno". Poi il gesto può anche essere leggero o pesante, tremolante o deciso...


Pennello da parrucchiere

Pettine


La variabile di "strumenti speciali" che sorprendono per la ricchezza di segni diversi. È divertente sperimentare un pennello da pasticcere, un pennello da barba, oppure un pettine, o anche uno scovolino per le ciglia...




2- LA VARIABILE DEL COLORE è anche un elemento importante da tenere in considerazione. Il sole si trasforma in quanti colori? Com'è all'alba? Al tramonto? Dietro la nebbia? 



3- LA VARIABILE DELLA FORMA
In quanti modi si può disegnare il sole? Con i raggi, senza raggi,  con i raggi a puntini, a strisce. Con i raggi lunghissimi o cortissimi. Oppure senza raggi. Si può disegnare un sole piccolo oppure grandissimo. Le possibilità sono veramente molte e se si combinano tutte queste variabili insieme la sperimentazione lascia spazio a molta creatività e libertà di operare intorno a questo tema.




3- LA VARIABILE DELLA TECNICA
Quali tecniche si possono usare per disegnare il sole?
C'è la tecnica della tempera, dell'acquarello, della china, la tecnica della stampa con timbri di ogni genere, oppure la stampa monotipo, il frottage, il collage...

Acquarello

China

Stampa

Stampa monotipo

Collage

Pennarello

Frottage

Terminata la sperimentazione, una fase che lascia ampio spazio alla ricerca, alla scoperta di strumenti e tecniche si invita il bambino, il ragazzo o l'adulto a mettere ordine alla sperimentazione fatta e di catalogare secondo un criterio a scelta.

Parlo della catalogazione e della sua importanza qui.

Un catalogo di soli rosa

Soli senza raggi

Diminuendo di soli



I MIEI LIBRI PREFERITI CHE PARLANO DI SOLI

Stefan Zavrel – Il sole ritrovato – Bohem press 2010

Giovanna Zoboli, Philip Giordano – Quando si sveglia il sole
Topipittori 2015

Franklyn M. Branley, Helen Borten – The sun: our nearest star
Fitzhenry & Whiteside Limited 1961

Fanette Mellier – Au Soleil – Art & Caractère 2015


E per finire... un piccolo sguardo anche ai SOLI NELL'ARTE.


Simbolo del sole, Arte rupestre, Val Camonica
Michelangelo, La creazione del sole, luna e piante, 1511

Simbolo del sole, Duomo di Milano
Vincent Van Googh, Seminatore col sole, 1888
William Turner, Tramonto infuocato, 1825-26
Claude Monet, Londra il Parlamento, Squarci di sole, 1904

Paul Klee, Con il sole che tramonta, 1919
Marc Chagall, Il grande sole, 1958
Georgia O'Keeffe, Alba, 1916
Joan Miro, Il volo della libellula davanti al sole, 1968
Jean Arp, Sole
Roy Lichtenstein, Alba, 1965





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